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CANNIBAL CORPSE: THE WRETCHED SPAWN

data

22/03/2004
78


Genere: Death Metal
Etichetta: Metal Blade
Anno: 2004

"La Death Metal band underground più conosciuta al mondo" Se c'è una definizione che calza a pennello ai Cannibal Corpse è proprio questa che loro stessi hanno "coniato" per mettere bene in chiaro che pur avendo venduto una vagonata di copie suonando in qualsiasi merdosissimo locale del globo il feeling e l'attitutine del gruppo rimangono gli stessi degli esordi, quando in un desolato cimitero di Buffalo, la salma cannibale cominciava a muovere i primi passi. In 15 anni di attività di strada ne è stata fatta, da oggetto di culto per soli deathsters (e di stroncatura facile da parte dei magazines) a punta di diamante della Metal Blade con tanto di DVD e cofanetto antologico. "The Wretched Spawn" è il nome della "Nona porta" del gruppo, lavoro che conferma la voglia dei C.C. di cambiare ma senza stravolgere lo stile che da sempre li ha contraddistinti. Questa voglia di cambiare pelle la si era già avvertita in "Gallery Of Suicide" a mio avviso l'album peggiore del gruppo, in cui i nostri cercarono di inserire nuovo elementi al Corpse sound, anche se una certa voglia di non incidere mai lo stesso identico disco la si era respirata fin dal secondo lavoro checchè ne dicano i vari detrattori. In questo caso però il risultato si rivela nettamente superiore grazie ad un songwriting più strutturato e ad una manciata di pezzi che rasentano la perfezione compositiva, ecco, forse il difetto principale è la "troppa perfezione", derivante anche dalla produzione di Neil Kernon che gli dona un suono pulito all'inverosimile facendolo risultare quasi plastificato, anche se un passo in avanti rispetto a "Gore Obsessed" per fortuna è stato fatto, (sarà che sono ancora legato al sound old school dei Morrisound...) Per il resto siamo di fronte ad un buonissimo disco, tra i migliori dell'era Fisher ma di parecchie tacche sotto ai vecchi capolavori, di certo la band qualcosa da dire lo ha ancora, ascoltare l'ottimo riffing di pezzi come "Decency defied", la title track, "Festering In The Crypt" o "Cyanide Assassin" per credere, ma lo stile distruttivo dei primi lavori lo si avverte solo lontanamente. Entrando nell'ordine di idee che i Cannibal Corpse non sono più quel gruppo totalmente annichilente di "Butchered At Birth" che colpiva subito per quel suono così putrido e per la modulazione vocale di Chris Barnes, non si può non apprezzare "The Wretched Spawn" che con quelle parti lente\cadenzate e quel sound thrashy potrebbe far breccia anche in chi non ha mai apprezzato particolarmente il gruppo. Come da tradizione per riportare su carta le tematiche, ovviamente a sfondo splatter\gore, descritte in "The Wretched Spawn" è stato scomodato il sempre ottimo Vincent Locke il quale ce la mette proprio tutta per farsi censurare l'ennesima opera.

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