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AYREON: The Theater Equation

data

08/07/2016
80


Genere: Progressive Rock
Etichetta: Inside Out Music
Distro:
Anno: 2016

Nel 2004, il compositore Arjen Anthony Lucassen continua nella crescita della sua maxi-creatura Ayreon, chiamando a sé diversi artisti nella stesura e creazione di quello che, a mio modesto ed opinabile parere, rappresenta tuttora il capolavoro autentico dell’artista olandese. Trattasi del magnifico doppio concept album dal titolo ‘The Human Equation’. Per chi ancora non ha avuto modo di conoscere questo lavoro (e prego caldissimamente di farlo al più presto), in sintesi si tratta della storia di un uomo vittima di un incidente stradale, e che entra in coma rimanendoci per venti giorni. La storia si costruisce attorno a questi venti giorni di coma, in cui ciascun giorno è un capitolo dell’album, dove si susseguono racconti e momenti che ripercorre la vita passata del protagonista “Me”, interpretato magistralmente da James LaBrie, e le sue emozioni che ha affrontato e che affronta durante il periodo di coma. Vengono raccontati diversi sentimenti, quelli di paura, di sofferenza, ma anche di speranza e di orgoglio, il tutto con la vicinanza nei suoi confronti di molte figure, come “Wife” (Marcela Bovio), “Best Friend” (Arjen Lucassen), “Love” (Heather Findlay), “Fear” (Mikael Akerfeldt) e molti altri. Nel mese di settembre 2015, a Lucassen viene la bizzarra, ma riuscita idea di trasporre tutto questo lavoro in un ambito teatrale, creando un vero e proprio rock-musical. La sede che è risultata adatta a tale scopo è il Nieuwe Luxor Theater di Rotterdam, sede di ben quattro serate. Ed è inutile dire che tutte le serate hanno riscosso un grande successo, come si può notare anche nella versione dvd. Rispetto a ‘The Human Equation’ troviamo alcuni artisti che sostituiscono coloro che hanno contribuito alla stesura di quel gioiello di progressive-rock Al posto di Mikael Akerfeldt nel ruolo di “Fear”, troviamo Anneke Van Giersbergen, la quale non era presente nell’album originale, ma ha collaborato comunque con Lucassen per ‘Into The Electric Castle’; al posto di Devin Townsend nel ruolo di “Rage” c’è Mike Mills; infine le parti di Lucassen vengono interpretate da Jermain Van Der Bogt. Come per ‘The Human Equation’, anche questa versione si divide in due parti, sostanzialmente con la stessa ripartizione dei brani, fatta eccezione per le reprise di qualche minuto inserite tra i brani. L’intero show è stato impattante e pregevole, mettendo in mostra le doti dei singoli artisti, le loro qualità in un palcoscenico teatrale, nonché un accompagnamento musicale di primo livello. Tra i capitoli maggiormente significativi e che tendono ad essere ricordati di più, si possono annoverare “Day Five: Voices” e la sua carica rock; “Day Seven: Hope” con il suo incedere armonico  e sognante di tastiere che rende il brano a cavallo tra folk e progressive, in tripudio di magia musicale; ovviamente “Day Eleven: Love”, da cui è stato tratto un videoclip ai tempi di ‘The Human Equation’, e che rappresenta un pregevole gioiello di metal sinfonico e melodico; e “Day Eighteen: Realization”, con la sua vena spiccatamente prog dove una serie di strumenti, che vanno dalle tastiere al flauto, passando per l’ensemble di archi, creano articolazioni e disegni degne di un intarsiatore. Menzione particolare per le prove superbe delle voci femminili. Anneke Van Giersbergen ha ricoperto il ruolo precedentemente avuto da un’artista ovviamente diversissimo per attitudine e timbrica vocale come il leader degli Opeth con una classe come sempre innata ed un’interpretazione assolutamente all’altezza. Marcela Bovio conferma ancora una volta di più di essere tra le migliori voci del panorama rock-metal in circolazione, ed anche le performance di Heather Findlay soprattutto e di Irene Jansen sono risultate convincenti e piene d’impatto. Per apprezzare ancora di più l’intero lavoro, è necessario vedere anche il dvd che lo accompagna, con le riprese dell’esibizione teatrale. Perché sentendo e guardando l’esibizione, con i vari artisti che si alternano sul palco ed interpretano nel modo migliore possibile i vari capitoli di ‘The Theater Equation’, si capisce che questo è stato un lavoro con i fiocchi, e che riesce a catalizzare l’ascoltatore-spettatore mantenendolo interessato durante tutta l’esibizione. Se proprio dobbiamo pescare una nota che può far rimanere l’ascoltatore un pochino interdetto, è la scelta dei costumi usati degli artisti principali, che sicuramente hanno un impatto scenografico importante, ma che risultano un po’ anacronistici rispetto al contesto temporale della storia, dato che si tratta di un evento come un incidente stradale avvenuto in epoca a noi contemporanea. ‘The Theater Equation’, per il fatto di essere stato concepito come un evento straordinario e credo non più ripetibile, acquisisce ulteriormente il carattere di prodotto discografico di alto valore artistico e simbolico, e quindi un lavoro ambito e sempre valorizzato anche per gli anni a venire.

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