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Bury Tomorrow: The Union Of Crowns

data

02/09/2012
70


Genere: Metalcore
Etichetta: Nuclear Blast
Distro:
Anno: 2012

Ormai è assodato: anche la Nuclear Blast si è tuffata a capofitto nel redditizio filone metalcore, ma c'è da dire che lo ha fatto un po' in ritardo sui tempi. Le galline dalle uova d'oro sono state, infatti, già spremute a dovere e oggigiorno tocca accontentarsi al massimo di qualche dignitosa band che riesce in maniera discreta a produrre lavori che, pur restando nello stagnamento generale di idee del genere, si lasciano ascoltare volentieri dall'inizio alla fine e che, di tanto in tanto, ci regala qualche piccolo sussulto in grado di farci saltare dalla sedia. L'anno scorso è toccato agli italianissimi Tasters con il loro ottimo 'Reckless Till The End', quest'anno è invece il turno degli albionici Bury Tomorrow giunti con 'The Union Of Crowns' al proprio secondo effort discografico. Pur non inventando assolutamente nulla, questi inglesotti danno alle stampe un dischetto interamente devoto ai blasonati Killswitch Engage, sfornando ritornelli vincenti praticamente in ogni singolo brano ed arricchendoli di tutto ciò che rappresenta il perfetto compendio *core di contorno. Perché sì, l'impressione che  ci siamo fatti a pelle è che i ragazzi di Southampton abbiano lavorato principalmente alla costruzione del chorus perfetto (riuscendo nell'impresa in molto più di una occasione), per poi rivestirlo ed addobbarlo di tutti i cliché del caso: quindi granitici breakdown, tempi tirati che fanno sempre effetto ed incattiviscono a dovere il tutto, urticanti growls, tanta tecnica e una cura per la melodia che agisce da collante lungo tutte le tracks. Ma l'aspetto che più risalta è l'utilizzo (finalmente!) di clean vocals mature e calde, lontane fortunatamente mille miglia da quelle voci da frocetti tredicenni che ancora oggi infestano questo filone. Unico difetto il fatto che in alcune occasioni strofe e ritornelli non siano perfettamente uniti, quasi fossero brani distinti e separati; però tranquilli, ciò non inficia la buona fruizione del prodotto, che sa comunque offrirci pezzi da novanta quali "The Maiden", "An Honorable Reign", "Knight Life" (brano migliore del lotto), "Abdication Of Power" e la power ballad "A Curse", il tutto supportato come da copione da una produzione monstre con suoni grassi e potenti a creare un muro sonoro di enorme impatto. Poco e nulla importa se non v'è traccia di originalità, innovazione e quant'altro: l'importante è il risultato. E noi nel corso degli ultimi cinquantacinque minuti ci siamo divertiti alla grande.

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