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EDENBRIDGE: The Bonding

data

28/06/2013
70


Genere: Symphonic Metal
Etichetta: Spv Steamhammer
Distro: Audioglobe
Anno: 2013

Tornano sulla scena dopo un periodo di silenzio piuttosto lungo di circa tre anni, durante i quali si sono verificati alcuni problemi interni culminati con l'ingresso del nuovo bassista Wolfgang Rothbauer, ed il cambio di etichetta discografica passando dalla precedente Napalm Records all'attuale Spv/Steamhammer alcuni mesi orsono. Gli austriaci Edenbridge, capitanati come al solito dal tuttofare Arne Stockhammer (in arte "Lanvall"), e alla voce la sempre fascinosa Sabine Edelsbacher, mettono a nostra disposizione il solito piatto frutto della ricetta derivata dalla commistione fra sonorità riconducibili al power metal con orchestrazioni sapientemente messe a punto in fase di mixaggio dall'esperto Karl Groom (Threshold), che collabora con la band fin dal 2006 (anno dell'uscita di 'The Grand Design'). I due elementi che fanno da cardine al progetto Edenbridge, quello di natura prettamente metal e quello sinfonico-orchestrale, sono ben intrecciati tra loro senza mai apparire posticci o incompatibili, un'unione che si è piuttosto ben consolidata nel precedente 'Solitaire' considerato da molti, e non a torto, la loro migliore elaborazione dal 1998, anno del loro esordio su lunga durata. Se dal punto di vista della produzione non c'è bisogno di muovere nessun appunto visto che le chitarre si mantengono quasi sempre costantemente in primo piano rispetto agli altri strumenti, il limite più grosso si palesa in una struttura dei brani fin troppo uniforme, con una netta prevalenza dei tempi slow che difettano di immediatezza con la possibilità non del tutto remota di provocare un senso di pesantezza che comincia ad affiorare sin dalla terza traccia necessitando, quindi, di un congruo numero di ascolti per poter essere assimilato in pieno; l'unica eccezione è rappresentata da "Shadow Of The Memory", piuttosto snella e con un'andatura sicuramente più spedita, riuscendo in qualche modo a spezzare quell'imperante senso di monotonia grazie anche dell'alternanza della voce maschile con quella di Sabine, autrice ancora una volta di una performance brillante da un punto di vista esecutivo, ma che dovrebbe una volta per tutte acquisire quella necessaria dose di carica in più per potersi differenziare dal calderone delle female vocalist di provenienza o d'ispirazione operistica. In ogni caso i brani pagano spesso pegno a gruppi come Nightwish, a cui gli Edenbridge evidentemente fanno sin troppo riferimento (in misura minore anche ad Epica e Within Temptation), e con tutta sincerità Tuomas Holopainen dimostra di possedere un maggiore tasso di qualità e di carisma superiore rispetto al sempre pur bravo Lanvall, ragion per cui la band austriaca non è ancora riuscita a spiccare il definitivo salto di qualità che le permetta di aspirare a posizioni di vertice.

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