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PIGSPEED: DON'T BRING MY SOUL

data

23/02/2004
74


Genere: Thrash
Etichetta: Autoproduzione
Anno: 2001

"Don't Bring My Soul" è la terza fatica discografica dei Pigspeed, band lombarda dedita a un thrash death di classica fattura fin dal lontano 1992; registrato professionalmente e introdotto da un artwork davvero azzeccato (e soprattutto un booklet completo ed esauriente!) i cinque ragazzi dimostrano di saper picchiare duro fin dalla prima traccia, la massacrante "Mellow Yellow", nella quale spicca una ritmica serrata e un guitar work di eccellente livello, figlio diretto del miglior thrash tedesco e un uso dei cori 'alla Exodus' che convince all'istante. I Pigspeed non sono comunque un ensemble che punta tutto sulla velocità (comunque usata in modo sublime, soprattutto in "Splatter", la mia preferita di tutto il lavoro), ma scandiscono i ritmi di "Don't Bring My Soul" con perizia; parti rallentate, stop'n'go, un uso della melodia ben dosato e inquietanti arpeggi che fanno capolino di tanto in tanto. Parziale tallone d'achille sono a mio avviso la produzione, pulita ma troppo poco corposa, che non rende giustizia ai bei riff partoriti dalle sei corde e al tupa tupa imperante del drum kit, e i fortunatamente rari inserti di voce pulita, francamente fuori luogo in un contesto thrash (per non parlare del 'vaneggio' centrale di "Welcome To Your Doom"...). Difetti che, come ho già avuto modo di dire, sono comunque minimi e di certo non sviliscono il resto dell'album. Se posso permettermi di dare un consiglio alla band, direi (stranemente, visto che di solito faccio il contrario) di spingere un po' più spesso sull'acceleratore; i Pigspeed sono abilissimi manipolatori di mid-tempo, ma quando partono a razzo sanno essere ancora meglio... Nulla da eccepire invece per quanto riguarda la prova tecnica, l'esperienza non è una cosa che si compra al supermercato e la band dimostra di averne accumulata a sufficenza; sono molto curioso di sentire cosa sapranno fare i Pigspeed in futuro, e se dovessero giocarsela bene ho idea che ne sentiremo parlare, di loro...

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