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WOMBBATH: Downfall Rising

data

04/07/2015
77


Genere: Death Metal
Etichetta: Dark Descent Records
Distro:
Anno: 2015

Qualcuno ci crede ancora che il death metal svedese vecchia scuola non sia morto, che la plastificazione delle registrazioni sia solo un incubo a occhi aperti e che il tempo si sia fermato ai primi anni '90 quando il death metal era lercio e rifaceva i suoi testi alle migliori filmografie horror splatter, mentre gli Autopsy spadroneggiavano gli stereo delle sale prove di giovani pischelli in erba. No, non stiamo parlando del nuovo Entrails, altresì di 'Downfall Rising' dei Wombbath, svedesi pure questi, stati attivi nella prima metà del '90. Qualche demo, un solo album rilasciato nel 1993 e il gruppo si scioglie neanche due anni dopo, poi l'anno scorso il ritorno. Cos'ha spinto Håkan Stuvemark a voler imbracciare nuovamente la sua fida sei corde s'un palco col suo primo mai dimenticato gruppo? Vent'anni sono tanti, i ragazzini che prima scapocciavano ascoltando i suoi pezzi e pogavano come demoni ora sono padri di famiglia… o morti. Molti di questi zoccoli duri non sono in grado di arrivare neanche a metà d'un concerto che la moglie li chiama al telefono, urlando che è tardi e devono portare giù la busta dell'umido. Lo spazio viene quindi lasciato ai loro figli, mentre questi si reggono l'uno all'altro per la cervicale, fissando i giovani scapocciare colmi d'orgoglio. Lo voglio immaginare mentre appende un foglio a un palo con scritto a mano 'cercasi gente per gruppo death metal cattivo veramente', tornare a casa e fissare il telefono aspettando che qualcuno chiami. Trovati i nuovi 'colleghi' si fa un set fotografico di quelli con le spalle alzate e le facce truci come si faceva vent'anni fa', nascondendo la calvizia che avanza. Qualche giorno in una sala prove a macinare riff come macchine, registra senza riascoltarsi e da il cd alle stampe crudo come una fiorentina al sangue. E come suona 'Downfall Rising'? E certo, perché come solito uno ora si aspetta la recensione traccia per traccia; sbagliato. Solo che io abbia usato la locuzione "death metal svedese vecchia scuola" questi deve valere in se come voto finale all'album. Prendete un calendario del 1992 al massimo, appendetelo in camera accanto a un poster dei Dismember, una parrucca lunga per scapocciare con la chioma fluente e fate finta di non esservi mai fatti una famiglia e venti chili di troppo, altrimenti cambiate strada; questo è un album per chi vuole combattere la crisi di mezza età. Non saremo mai stanchi del buon death metal come il passato c'insegna e questi s'aggiunge alla nostra mastodontica lista. Ma io devo ancora ascoltare millanta album. E chi se ne frega. Mio parere spropositato che da solo vale il voto? Vaffanculo il nuovo metal, io mi tengo stretto i gruppi come i Wombbath.

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