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PERCHE' I METALLARI AMANO ADELE: Colmando le distanze tra pop e metal?

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Non vogliamo fare i ruffiani, solo cercare di capire un fenomeno enorme che sta abbattendo i confini dei generi musicali e insinuandosi ovunque. In breve, l'antefatto è che questa ragazza di ventisette anni, Adele, ha venduto oltre trenta milioni di copie con i primi due dischi e sta preparandosi a fare un altro boom di dimensione colossale con  '25'. Cosa frega a noi di Hardsounds, direte voi. La risposta (e quindi il motivo per cui si parla di un'artista pop su un sito che per definizione parla di rock e derivati) è che negli ultimi tempi sempre più individui che si identificano senza timore nell'etichetta del metallaro hanno ceduto, e qua e là si vedono immagini profilo borchiate, grondanti sangue, con qualche frase dolce verso il singolone "Hello". Singolare come questione, no? Non è tanto il fatto che si ascolti altro rispetto al metal, anzi, vediamo che la regola numero 0, alla base di tutto, è: ASCOLTA QUELLO CHE VUOI E VANNE FIERO. Non a caso anche il sottoscritto apprezza Adele e tante altre cose anche più imbarazzanti. Tra il pop e il goregrind la distanza non è tanto abissale quanto si crede. Ci sono testimonianze di affetto verso brani pop proprio da esponenti del metal estremo, spesso tramite cover tanto improbabili quanto stupefacenti. Fosse per chi scrive, il discorso potrebbe chiudersi qui, evviva la libertà, ma non è questo il punto.

Vogliamo avanzare delle ipotesi sul consenso di Adele, larghissimo anche nella cerchia degli ascoltatori di musica rock e con -esempio a caso- Rihanna no. O con Mariah Carey. Perché non Albano o Pippo Franco. Ecco delle ipotesi (emerse anche grazie a una discussione breve, ma intensa nel gruppo delle redazione), che si pongono in modo equilibrato tra il serio e il faceto, se volete dando un colpo al cerchio e uno alla botte, che possono tentare di dare una spiegazione. Non riusciremo a farlo ovviamente, ma almeno abbiamo posto la questione.

1) La voce
Ve li ricordate i Queen? Mervigliosi, no? Da loro -in particolare da Freddy Mercury- però ha preso piede una certa ricerca della perfezione vocale che ha snaturato in parte il rock. Sempre più gente dimenticava che Freddy cantava TUTTO e non era solo quello di "We Are The Champions". Ecco, non escludiamo che questi amanti della voce definitiva abbiano trovato pane per i loro denti. Ma tutti i metallari sono un po' fissati con le voci potenti e imponenti, da Rob Halford a Bruce Dickinson. Così come la diramazione di questi che ha poi dato vita al metal sinfonico o gotico con voce femminile. Partiamo per la tangente: quanto spaccherebbe Adele in qualche band ispirata ai Nightwish? Un sacco eh? Solo eliminare quelle sterili ugolette sarebbe un trionfo. Anche quei gruppi con i sirenetti al microfono hanno le loro colpe. Se poi la mettiamo sulle emozioni, beh a maggior ragione Adele riesce a essere forte e al contempo delicatamente struggente, strugge pure troppo secondo alcuni. Eppure funziona.
 
2) La musica
A parte il fatto che la stessa vocalità di Adele può essere considerata uno strumento, quante volte noi che facciamo finta di essere giornalisti online abbiamo lodato le ballate o i pezzi calmi all'interno di un macello metallico? Dai, ammettiamolo. Ci vuole ogni tanto uno sfogo. Se vi "sfogate" con l'AOR non avete scuse: Adele fa piangere sul serio, almeno lei ha l'età per farlo. La credibilità di canzoni fantastiche dei Foreigner, tanto per dire, potrebbe essere minata dall'età dei componenti. Anzi, lo è. Ma riguardo al metal, quanti gruppi black hanno contaminato le loro sporche origini con pianoforte e voce femminile? Innumerevoli. Anche qui, Adele sarà pop, ma proviamo a pensarla nel contesto symphonic black. Lasciamo a voi decidere se i risultati siano desiderabili o meno.
 
3) I testi
Se i primi due punti possono sembrare delle forzature, il profilo della parte lirica può sorprendere. Se ci pensiamo un attimo, i tratti tipici dei testi metal sono in genere incentrati sulla gioventù. E gli alieni, e il demonio, e gli zombie. E ci va benissimo così. Gli Iron Maiden nel 1992 cantavano di "paura del buio", di "fine dell'adolescenza" e avevano passato i trenta, a occhio e croce. Si cresce. Un giorno ti svegli intontito dopo i bagordi di un concerto thrash e non trovi la tua compagna nel letto, sul tavolo un bigliettino di addio. Oh cazzo. Adele vi sembrerebbe molto più ragionevole, in quel momento, con tutta la sua tristezza cosmica. Certo, poi per ripartire ci vorrebbe altro, qualcosa dei Pantera, a occhio e croce. Ma comunque era un esempio limite per dire che non bisogna erigere muraglie ovunque. Se mettessimo accanto due testi, uno di Adele e l'altro degli Anathema o dei My Dying Bride non sappiamo quale risulterà più triste. Tuttavia, per quanto possa essere additata come depressiva, pensiamo che nessuno degli accusatori abbia ascoltato i Silencer, giusto per capire che differenza passa tra un cuore spezzato e delle vene tagliate.
 
4) L'aspetto fisico
Ci sentiamo degli stupidissimi psicologi da quattro soldi a pensarlo, ma tutto può essere, visto che non lo siamo e non conosciamo l'animo umano. Adele veste spesso di nero, come voi che portate la maglietta dei Darkthrone. Probabilmente anche lei era emarginata e derisa per il proprio corpo, deliziosamente lontano dagli standard della culona Nicki Minaj o del silicone che sta ovunque. Proprio come voi, che tra brufoli e capelli lunghi aspettavate che la vostra compagna di classe bella e impossibile vi degnasse di uno sguardo...Che poi arrivava ma era di disprezzo. Ecco, Adele è una di voi, sotto sotto e anche sopra sopra. E cosa ancora più importante è che non si prende sul serio.
 

Go to http://live.adele.com for details

Posted by Adele on Giovedì 26 novembre 2015
 
5) L'attitudine
Ascoltando '19' e in parte anche '21' c'era un lievissimo retrogusto che lasciava intendere la genuinità delle canzoni, un non so che di indie, qualcosa che la distingueva dalle "altre". Non nel senso che scimmiettava i Pixies, ma teneve una certa libertà e delle porte aperte a vari generi che lasciavano intendere che dietro alla qualità c'era anche la paura di sbagliare, di non piacere. Le cover di Bob Dylan e The Cure lo testimoniano. C'era dell'arte dietro alle sue lacrime. Per il sottoscritto in parte c'è ancora, anche se le influenze soul, blues sono in secondo piano (per non dire terzo o ancora più indietro). Cosa ha in comune con noi sporchi metallari? Dice parolacce, si emoziona tantissimo, piange spesso e soprattutto condivide con molti l'avversione per Spotify: i primi due album non li potete ascoltare su quella piattaforma. Chissà se per '25' manterrà queste posizioni. Ah, il produttore di un terzo delle canzoni di '21' è lo stesso Rick Rubin che ha plasmato questa musichetta qui.

Volemose bene, Adele nella reinterpretazione migliore.

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