RIVERS OF NIHIL: Rivers Of Nihil

Con il loro quinto album omonimo i Rivers of Nihil dimostrano ancora una volta di essere maestri nell'arte di fondere brutalità e raffinatezza. Dopo l'ambizioso 'The Work' la band di Reading, Pennsylvania, ritorna con un lavoro che mescola death metal particolarmente tecnico, atmosfere progressive e tocchi sperimentali e oserei dire avantgarde, il tutto però senza mai perdere coerenza. Per cominciare, il brano "Water & Time" emerge per le sue soluzioni interessanti e un'atmosfera che ricorda i Katatonia. La voce di Andy Thomas si agita con disinvoltura tra tonalità pulite e growl, conferendo al pezzo uno spessore emotivo notevole. Il saxofono, poi, suonato da Patrick Corona, aggiunge un tocco epico, mentre la batteria, dopo l'interludio di sax, diventa implacabile, guidandoci attraverso un crescendo coinvolgente. "House of Light", invece, alterna sezioni pesanti a passaggi più atmosferici e sobri che ricorda in parte il mondo sonoro dei Gojira. Effettivante, il punto forte dei Rivers of Nihil è il saper mescolari vari elementi musicali pertinenti ad altri stili e farli propri, senza scadere nello scontato. La batteria di "House of Light" mi ha particolarmente impressionato, perche' potente e precisa, sostenendo l'intero pezzo con una forza che sembra provenire da martelli pneumatici. "American Death" colpisce duro fin dall'inizio con chitarre che sembrano avere un EQ particolare, enfatizzando le frequenze alte e ricordando il suono di una Telecaster. Stranamente, come soluzione musicale, funziona a pennello con il mood della canzone. La voce di Andy Thomas brilla ancora una volta, passando senza sforzo da tonalità pulite a growl aggressivi. Il brano è un esempio perfetto di come la band riesca a combinare intensità e tecnica. Con 'Rivers of Nihil' il quartetto continua il suo percorso musicale e conferma la sua capacità di evolversi senza perdere la propria identità. Un'esperienza uditiva eterogenea che spazia dalla furia del death a vere e proprie delicatezze sonore.