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THERION: Beloved Antichrist

data

23/04/2018
67


Genere: Symphonic Metal
Etichetta: Nuclear Blast
Distro:
Anno: 2018

Triplo disco (46 brani per 3 ore e mezza di durata, un tour de force e de france insieme), ambizioso e pretenzioso, con l’intento di metallizzare un'opera al pari di quanto fatto all’epoca con Jesus Christ Superstar. Onestamente, continuiamo a sentire la mancanza dei Therion degli esordi, nella fattispecie quelli di ‘Of Darkness’ e di ‘Beyond Sanctorum’, lavori oscuri, grezzi e devastanti, ma avanti rispetto ai tempi in cui furono pubblicati. A trenta anni di distanza dal suo breakthrough nella scena metal, nemmeno Christofer Johnsson avrebbe mai immaginato una svolta così pomposa e barocca dopo lo spartiacque rappresentato da ‘Theli’, che diversi fan della prima ora gli ha fatto perdere. Ispirato ad un breve racconto di Vladimir Soloviov sull’anticristo, il leader degli svedesi si è divertito a capovolgere i ruoli della storia assegnando voci femminili a ruoli maschili ed utilizzando oltre 30 voci liriche ed operistiche. Spararsi tutto il disco in un sol colpo è un impresa titanica (non vi nascondo che, nonostante diversi tentativi, non ci sono mai riuscito ed ho dovuto riprendere l’ascolto da dove avevo lasciato), e finanche chi è dotato di larghe vedute avrà più di qualche difficoltà a digerire un simil mattone che diventa indigesto proprio per la presenza ingombrante delle voci liriche. Fortunatamente ci sono le dovute eccezioni: "Never Again" sembra un coretto da stadio, le rocciose "Signs Are Here", “Night Reborn”, la trascinante “Rise To War”, la tecnicamente ineccepibile "Bring Her Home", l’orchestrale “To Shine Forever”, i maestosi crescendo di "The Crowning Of Splendour", l’epica ballata di ‘Morning Has Broken’ (curiosa la somiglianza della voce del singer con quella di Al Bano), la piacevole "Our Destiny", il piglio cinematografico di “The Lion’s Roar”, i momenti doom di "What Is Wrong", le pause melodiche “Striking Darkness” e “Seeds Of Time”, l’oscura "The Arrival Of Apollonius", l’ecclesiastico/imperiale “Bringing The Gospel”. Ce n’è per tutti i gusti, ma mangiare due portate di ogni pietanza mette in serie difficoltà stomaco ed intestino, figuriamoci un overflow di musica. Lavoro che va centellinato perché, se ascoltato in piccole dosi, ha un altro effetto, e come specificato da Mr. Johnsson l’opera è stata creata per una fruizione in teatro e non su cd.

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