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CIGNO

Un fulmine a ciel sereno e con molta probabilità the next big thing del panorama underground italiano, tanto che riviste come Rolling Stone si sono esposte pubblicamente in lodi sperticate. Siamo molto curiosi di vedere ciò che ci aspetta dal vivo nel prossimo concerto del 5 giugno a Roma. Intanto proviamo a capire cosa ci cela concettualmente dietro al monicker.

Come vi siete formati? L'idea di creare questo progetto è nata nel 2021, carichi di rabbia dopo il nefasto periodo della pandemia. Io sono da più tempo in giro invece, una peregrinazione lenta e tortuosa.

Vi sentite i nuovi Disciplinatha/Dish Is Nein per il dissacrare ed il provocare dei vostri testi? Se è provocazione e dissacrazione allora il paragone può essere giusto, sono state una delle band più controverse e taglienti del panorama italiano, l'abbiamo sempre apprezzati. Quel sentimento di rivalsa sociale pieno di veleno lo troviamo affine al nostro. Ma noi sul nazismo e il fascismo ci pisciamo sopra, senza dover aggiungere altro.

Approposito di testi, quanto siete influenzati dai Cccp/Csi e da Pierpaolo Capovilla? Per quanto riguarda i testi qualcuno ci aveva scritto Fausto Amodei che canta Ettore Petrolini. E' normale che il recitativo rimandi a Capovilla e sicuramente entrambi dobbiamo pagare pegno a Carmelo Bene. Il salmodico è di Ferretti, come faccio a non ammetterlo dopo aver scritto Postcapitalismo. Però non dimentichiamoci di Michael Gira.

Folk italiano, Current 93 degli esordi (quelli industrial sperimentali), Lustmord, Disciplinatha/Dish Is Nein, Soft Moon, semplici coincidenze o possono essere considerate dei riferimenti? Sono tutte band che hanno fatto parte degli ascolti dei miei ultimi anni però non c'è stato nulla di premeditato. Coincidenze non direi, ci sono energie più grandi di noi che agiscono e che influenzano le produzioni artistiche nel corso dei tempi, le attitudini tornano e ritornano.  La chiamerei sincronicità.  

Perché avete dedicato un brano a Colobraro, un paese della Basilicata che sembri non portare particolare fortuna? Colobraro è il brano iniziale di Morte e pianto rituale, il primo disco uscito nel 2022. L'album era ispirato al lavoro di Ernesto De Martino, antropologo comunista che studiò e analizzò i riti magici in Lucania. Ho scelto Colobraro però perché tutte le cose innominabili in Italia vanno invece urlate. Viviamo nel paese dell'omertà dove non solo Colobraro è innominabile, ma anche la pedofilia del vaticano, le stragi e le macchinazioni della destra eversiva, il razzismo, lo sfruttamento dei lavoratori, la diaspora dei sindacati, l'attuale nazismo dei sionisti. Quindi se qualcuno ti vieta di nominare qualsiasi cosa, allora alzati e muori. 

Come riesci a far convivere la protesta estrema di Cigno con la tua vita lavorativa in accademia? Ti riesce facile o difficile? Sei Cigno anche lì? Il mio obiettivo è inversamente proporzionale e alle volte utopico. In accademia cerco di essere più Cigno possibile, da Cigno invece vorrei far scomparire l'accademia. Non sempre è possibile ma ci provo. 

Cigno è una band o un collettivo? In questi ultimi anni, con stupore, il progetto sta prendendo sempre più le sembianze di un collettivo del quale, a mio malgrado, sembro esserne il leader. Alle volte penso sia bene sparirci dentro nella forza del progetto, altre volte penso sia bene invece prendersi le proprie responsabilità e metterci la faccia. 

Come siete finiti nelle grinfie della Avantgarde Music che è un etichetta storicamente specializzata in black metal. Che rapporti avete col metal estremo? Roberto Mammarella con discrezione ci ha corteggiati dal 2023, ma i tempi non erano ancora maturi per iniziare una collaborazione. Ci siamo sentiti e l'idea che un'etichetta così estrema potesse essere interessata alla nostra musica è stata sorprendente. Devo dire che la sua professionalità e la sua apertura mentale hanno fatto in modo che tutto prendesse forma. La nostra "Trilogia sul nulla" in vinile, rivestita e impacchettata dai fogli di "Skema" (rivista controculturale degli anni 70) è stata una sua idea. Per adesso la collaborazione è davvero stimolante.

Quali le reazioni del pubblico ai vostri concerti? Raccontateci qualche aneddoto? I concerti si presentano come dei veri e propri sabba, liberatori e catartici. Alle volte il pubblico impazzisce dall'inizio, altre volte ci scruta in modo indagatorio, altre ancora sembra intimidito. Ti posso assicurare però che a fine concerto, ad ogni modo, tutti si perdono nel delirio e partecipano in completa consacrazione. Con il nostro ultimo disco "Buonanotte Berlinguer" il codice sul palco ha preso per dei versi dei toni sempre più estremi. Un teatro dell'assurdo, cimiteriale, qualcuno lo ha definito art punk: sul palco non solo abbiamo strumenti musicali, ma oggetti di scena. Martelli pneumatici, bandiere, passamontagna e come in tutti i riti cerchiamo di fondere il solenne all'ingenuo. 

Volete aggiungere qualcosa? Mi piacerebbe menzionare le nostre prossime date del tour:
BRESCIA 1 GIUGNO A forest Festival 
ROMA 5 GIUGNO Città dell'altra economia 
BARI 7 GIUGNO Ex caserma liberata 
CORIGLIANO D'OTRANTO 9 AGOSTO Sei festival (In apertura a Offlaga Disco Pax) 

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